MESE: LUGLIO 2016
DIFFICOLTA’: E
PREPARAZIONE FISICA/TECNICA : *
TEMPO ITINERARIO ( fino al rifugio Tolazzi) : 4 h
DISLIVELLO: 800 mt
Siamo partiti nel primo pomeriggio dal Rifugio Marinelli situato a quota 2122 mt, con l’intenzione di provare un itinerario diverso rispetto alla solita strada che dal rifugio scende diretta al rifugio Tolazzi, a quota 1370 mt.. Quindi, seguendo il sentiero n.174 in direzione Monte Crostis, abbiamo risalito un bel percorso panoramico sul versante laterale del Monte Floris. Percorrendo i saliscendi di questo splendido itinerario, ad un certo punto, si è aperta davanti a noi , da un lato la vallata verdissima e ampia alle pendici del
Coglians, dall’altro pascoli ricchi e floridi ,che conducevano fino al Monte Croce Carnico. Da quelle alture abbiamo potuto scorgere la forma tozza del Pal Piccolo, e, in contrapposizione, lo slanciato pinnacolo di Creta Timau, che nasconde il laghetto di Avostanis. Non ci sono parole per descrivere la bellezza naturalistica di queste vallate, che sarebbero state adatte per essere adibite a pascoli..ma, a parte un gruppo ben nutrito di pecore che brucavano…prima di avere un contatto diretto con le mucche ci sarebbe stato ancora da camminare un bel po’..E, in mezzo a quei tappeti verdi e continui, emergeva un intersecarsi di sentieri che serpentinavano qua e là, senza permetterci di capire dove
cominciassero o dove trovassero la fine. Stavamo attraversando un mondo di vegetazione e di fiori di mille colori, un ambiente del tutto opposto al roccioso e ghiaioso monte Coglians salito il giorno precedente! Arriviamo cosi , passeggiando , sulla “cima” del monte Floriz: trattandosi di un’elevazione erbosa, più che di una montagna vera e propria, la cima consiste in una blanda collinetta verde. Da lì il sentiero comincia a scendere e, ad un tratto, vediamo un ragazzo in mountainbike che sfreccia su una stradina dalla parte opposta del monte: effettivamente per gli amanti di questo sport, e magari per i più spericolati,questi sentieri si prestano bene per un ‘escursione ciclistica..per la sottoscritta..impresa da brivido! Si cammina ancora un po’ in falsopiano prima di raggiungere la Forcella Plumbs, una comoda sella erbosa, posizionata sotto il Monte Crostis ( 2251 mt). Da qui due sono le possibilità, o si continua dritti e si sale il monte Crostis fino a raggiungere la croce di vetta, visibile anche a occhio nudo dal basso, oppure si scende verso la valle, seguendo il sentiero n. 150, in direzione Collina. In questo bivio non sono presenti evidenti indicazioni, quindi è consigliato portre dietro sempre la cartina Tabacco ( n.01).
Non ho ancora dedicato uno spazio ai meravigliosi abitanti pelosi e timidi della montagna: le marmotte! Che, con il loro fischiettare, ci rallegravano ancora di più una giornata a dir poco perfetta! Abbiamo scoperto che quando emettono un unico fischio, avvisano la loro colonia di un pericolo proveniente dall’alto (ad esmpio un rapace..), se invece ne emettono una sequenza, significa che il pericolo viene da terra…se non rispondono vuol dire che sono rimaste perplesse dei fischi casuali emessi da Nelson..e cercano di capirne il significato! Erano belle marmotte paciose, e tranquille, che uscivano dalle loro tane per scaldarsi al sole. Ad un certo punto tra una fotografia ed un’altra, Nelson individua in lontananza in mezzo al prato un animale più scattante della marmotta, di primo acchito abbiamo dei dubbi ..ma poi dalla coda..ci convinciamo che si tratta di una bellissima volpe, la quale, inconsapevole della nostra presenza, si mette anche in posa per lo scatto!
Il sentiero prosegue in un’armoniosa discesa tra i pascoli, scorgiamo un folto gruppo di manzi che si trastullano chi sul prato, chi invece cerca prodezze risalendo la montagna, e, tutto intorno a noi, oltre al silenzio, un costante rumore di acqua che scorre. Alziamo gli occhi e ci accorgiamo di una bella cascata che confluisce in un ruscello, il Rio Chiaula, che via via prenderà forma fino a trasformarsi in un fiumiciattolo che ci accompagnerà lungo tutto il percorso. Superando dei resti in muratura di una probabile casa o casera abbandonata, ci troviamo di fronte alla Malga Plumbs, ancora in attività, ma, che non produce formaggio purtroppo, in quanto l’allevamento non è di mucche, bensì di manzi. E noi… che gia ci pregustavamo una fetta di formaggio fresco di forma..ahimè nulla..dobbiamo solo continuare a camminare, dopo aver scambiato due parole con il “casaro” di turno. Il sentiero via via si fa più largo, fino a trasformarsi in una strada sterrata, ma carrozzabile. Credo ,che alla malga noi, erroneamente, abbiamo seguito la strada che si allargava, ma, forse, da qualche parte vi sarà stato ancora il sentiero n. 150…fatto sta ,che abbiamo allungato il nostro itinerario! E, come accade spesso, non è stato un male, in quanto siamo entrati in una stupenda pineta, dagli alberi alti come delle torri, dove ci ha colpiti una sorta di protezione o diga, realizzata con i tronchi: scorreva acqua da ogni parte, ammetto che la struttura non dava molta sicurezza a vederla, ma, se si trova ancora là significa che “l’abito non sempre fa il monaco”! Abbiamo visto anche un “piccolo abete” crescere dal ramo di un grande pino, nel senso che le radici erano dentro al ramo!!! Che stranezza!! La strada nel bosco scendeva tipo a tornanti, ormai era sera e noi parecchio stanchi..sembrava non finisse più. Ad un certo punto, dopo l’incrocio a destra con il sentiero 150, si apriva uno slargo sulla strada con un sentiero ben battuto che entrava a destra nel bosco. Lo abbiamo intrapreso, e,attraversando il tranquillo campeggio di Collina ( ho fatto anche un pensierino per passarci due giorni in tenda!) siamo finalmente sbucati sulla strada principale asfaltata che da Collina arriva al rifugio Tolazzi..ancora una curva e vediamo la nostra auto parcheggiata là ad aspettarci!