MESE: settembre 2016
VALUTAZIONE: *****
DIFFICOLTA’: E
PREPARAZIONE TECNICA/FISICA: * / ** (il collegamento è con la funicolare, non si tratta di fatica fisica ma di maggiore o minore adattamento ad una altitudine elevata. C’è un forte dislivello, che in certi soggetti potrebbe provocare, vertigini, malessere, nausea, comunemente detto “mal di montagna”)
DISLIVELLO: 2800 mt
TEMPO di visita: 4 h
Mi appresto a descrivere un’esperienza unica, emozionante…che sfiora la commozione: vedere l’immacolata vetta del Monte Bianco, talmente vicina, quasi da poterla toccare e so già che, attraverso semplici parole scritte su una pagina, non riuscirò mai a “dipingere” abbastanza bene quest’opera d’arte di madre natura… comunque desidero tentare….
Siamo partiti di buonora da Courmayeur (Valle d’Aosta) e, attraversando il traforo del Monte Bianco, conosciuto anche con il nome francofono di Tunnel du Mont Blanc (11,6 km di lunghezza, aperto nel 1965), dopo aver raggiunto il versante francese del massiccio siamo scesi fino ad arrivare alla turistica Chamonix (1030 mt), meta conosciutissima durante la stagione invernale dagli appassionati dello sci alpino. Chamonix è un comune dell’Alta Savoia, che conta 9378 abitanti.
Dopo aver lasciato l’auto in un ampio parcheggio ci siamo diretti alla stazione a valle della teleferica dell’Aiguille du Midi, un impianto di recente realizzazione (1955), che, in soli 20 minuti, trasporta i turisti, di tutte le specie ed età, alle porte dell’Alta Montagna, a 3842 metri di altezza! La funivia collega in 2 tratte la stazione, posta a Chamonix a 1030 mt di altezza con l’Aiguille du Midi a 3777 mt. Si tratta di un impianto, che con la velocità di un battito di ciglia o quasi, riesce a trasportare il turista da un panorama boschivo e verdeggiante, al paesaggio lunare di nuda roccia ricoperta da ghiacci perenni. Questo tragitto regala un repentino cambiamento di habitat diversi, che ci lascia già intuire la bellezza e la maestosità verso cui andiamo incontro.
Quando la funivia si arresta in cima e noi usciamo dalla stazione, ci troviamo circondati da tutto un universo di biancore e silenzio…di vette irraggiungibili che maestose si elevano, vantandosi della loro bellezza, di ghiaccio antico…si è aperta l’ultima pagina che avevo letto prima di partire di quel libro sulle spedizioni alpinistiche…era l’Everest…ma il Monte Bianco quel giorno per me…ha avuto lo stesso effetto dell’Everest per un vero alpinista…era…così…bello…grande e suggestivo!
Da non sottovalutare neppure le capacità umane investite nella costruzione di questo belvedere edificato a 3000 metri di altezza, costituito da scale, ponteggi, terrazze, ascensori e gallerie, con un investimento di tonnellate di materiali come ferro, piombo e acciaio, per sostenere il peso di neve e roccia.
Oltre a numerose strutture recettive (museo della montagna, caffetteria, galleria fotografica, bookshop…), l’Aiguille du Midi vanta il nome di essere anche la stazione meteo più alta d’Europa, e, non solo, anche un antenna per le telecomunicazioni.
Arrivati sulla prima terrazza (quella più bassa), l’impatto iniziale è stato un tuffo al cuore, lacrime e occhi lucidi, mancanza di respiro, brividi…Nelson ed io eravamo circondati da vette altissime, “i grandi 4000”, il silenzio era quasi irreale, nonostante ci fossero tante persone attorno a noi! Il bianco della neve è ancora più candido lassù, più brillante, e i raggi del sole, che timidamente usciva dalle nuvole grigie, si riflettevano su questo mantello di purezza…e di ricchezza geologica! Ed ecco, che , superato questo primo istante dove una parola pronunciata sarebbe stato rovinare quella meraviglia… ecco che iniziamo ad interagire e riconosciamo i primi colossi delle alpi: la catena del Monte Rosa in lontananza, il bellissimo Cervino con la sua inconfondibile forma “ a piramide”, di fronte a noi la Punta Hellbronner con le telecabine che collegano i versanti italiano e francese, ma non è finita…Saliamo più in alto e raggiungiamo un’altra terrazza, e così via su rampe di scale interne ed esterne fino a raggiungere grazie ad un velocissimo ascensore la sommità,
il terrazzamento più alto e più panoramico: 3482 mt. Di fronte a noi, un po’ a sinistra, si staglia il Grand Jorasses e il Dent du Geant e, finalmente, un po’ nascosta dal Mont Maudit
ecco apparire la tondeggiante vetta del Monte Bianco, candida. Non ha l’aspetto terribile e pericoloso dell’idea che mi ero fatta, leggendo i libri dove venivano descritte le sue ascensioni…ma, in effetti, la difficoltà e pericolosità di una montagna non si misura dall’aspetto della sua vetta, bensì dal itinerario che si sceglie di percorrere per raggiungerla…e anche il Monte Bianco, per quanto “bonaccione” nel suo aspetto all’apice nasconde grandi insidie nelle sue vie di salita… Comunque sia, mi aspettavo di vedere una “vetta diversa”: aspra e acuminata, invece, mi trovo davanti uno zuccotto bianco e tondeggiante…una sorta di tartufo al cioccolato bianco! 🙂
Di grande interesse è l’enorme lingua di ghiaccio antico misto a roccia e detriti, che si estende nel canalone ai piedi della cosiddetta “Dama Bianca”: un ghiacciaio perenne, grigio, arido, mi ricordava tantissimo la pelle rugosa e spessa di un dinosauro preistorico. Il Monte Bianco è conosciuto con vari nomi “Dama Bianca”, “Tetto del Mondo”, “Tetto delle Alpi” … Anche in questo caso la mia immaginazione aveva viaggiato troppo: se si pensa ad un ghiacciaio perenne…che colore può avere? Nella mia immaginazione azzurro! Il colore del ghiaccio spesso che in trasparenza diventa quasi acquamarina…bellissimo…romantico! Così è stato l’interno delle gallerie del Mer de Glace …quindi, l’interno del ghiaccio è azzurro…non l’esterno! Mi sono trovata a constatare, giustamente, che il ghiaccio secolare, si mischia ai detriti di roccia e terra, formando una sorta di crosta scura e grigiastra. Esperienza davvero interessante!
Abbiamo assistito anche ad un evento geologico non da poco: ad un certo punto sentiamo un forte rumore, sembrava un tuono…no, una frana…alziamo gli occhi e vediamo una nuvola di polvere alzarsi dal canalone del ghiacciaio: un pezzo di parete di roccia era franato, fortunatamente in una zona non frequentata da alpinisti. Comunque sia, quel rumore inaspettato, in una situazione di silenzio irreale ed ovattato, ha messo allerta tutte le persone presenti, era impressionante!
Percorrendo i corridoi e le gallerie interne alla struttura dell’Aiguille du Midi si incontrano spazi dedicati a museo della montagna, dove vengono descritti con l’aiuto di supporti fotografici e multimediali tecniche di alpinismo, metodi di utilizzo dei materiali e degli strumenti in montagna, storia delle grandi scalate, imprese spettacolari con gli sci, il parapendio, e non solo. Incontriamo una galleria fotografica dove sono immortalati i volti, alcuni sorridenti, altri sofferenti o concentrati, di grandi alpinisti internazionali, che hanno compiuto ascese o grandi imprese sul Monte Bianco. Alcuni nomi; Walter Bonatti, Ueli Steck, Reinhold Messner…
Molto curiosa ed interessante è una sezione che affronta il tema dell’adattamento corporeo in alta montagna, le variazioni nelle funzioni degli organi corporei sopra una certa altitudine, gli effetti dell’ipossia, ossia della mancanza di ossigeno nell’aria, nell’essere umano… Il tutto spiegato in modo semplice e schematico con l’aiuto di pannelli appesi alle pareti, spiegazioni di tipo medico (scritte in francese ed inglese) rese comprensibili dall’uso di schemi e percentuali. In sintesi sopra i 3000 metri le funzioni del nostro corpo si modificano, alcune migliorano altre peggiorano: migliora l’attività di pompaggio cardiaco e l’attività circolatoria ad esempio, peggiora l’attività cerebrale, quella polmonare e quella renale. Si può anche misurare la quantità di ossigeno presente nel nostro corpo per vedere se si è vulnerabili al mal di montagna, inserendo il dito della mano in un misuratore a cappuccio…Nelson ed io superavamo il 90%: nati sui monti!!!
Altri spazi presenti nella struttura, sono quelli tipici degli ambienti turistici, caffetteria, bookshop, servizi igienici (incredibile: a 3000 metri il wc è un buco…e non si tira l’acqua!!..insomma una fossa biologica dove…tutto precipita nel centro della montagna!)
E’ necessario dedicare un capitolo a se stante alla particolare esperienza del “Passo nel vuoto/ Le pas dans le vide”: si tratta di una struttura in acciaio e cristallo, una sorta di cabina trasparente, a quota 3842 metri di altezza, sospesa completamente nel vuoto! Si accede con delle pantofole speciali, e, questo cubo di vetro è letteralmente sospeso nel nulla, fissato alla terrazza più alta. E’ stato impressionare “volare” …l’impressione era quella …e vedere sotto i nostri piedi più di 1000 metri di…vuoto! Un’esperienza assolutamente da provare, forse sconsigliata solo a coloro che soffrono di vertigini, e di questo momento rimane anche una foto ricordo! Sembra di volare! E’ una possibilità, questa, di grande richiamo turistico ovviamente, che offre solo il versante francese del Mont Blanc, facilmente raggiungibile, comunque, anche grazie al collegamento dalla Punta Hellbronner (versante italiano).
Nel sito del Monte Bianco non appare chiara la possibilità del collegamento via teleferiche tra i due versanti, ma è fattibile e pare anche molto panoramica.
Dopo aver scattato innumerevoli foto per fissare questo momento, ed esserci riposati un po’ alla caffetteria, sorseggiando un buon the caldo davanti ad una finestra aperta sulle Alpi francesi, ci siamo decisi a prendere l’impianto per scendere a valle.
Il tempo complessivo della nostra visita all’Aiguille du Midi è stato approssimativamente di 4 ore, siamo stati molto fortunati con il meteo, in quanto, il cielo, inizialmente coperto, verso metà mattina si è schiarito, permettendoci di ammirare a 360° la corona di montagne circostante.
Spettacolare, oltre al panorama irreale e mozzafiato regalatoci da questi massicci, vedere gruppetti di alpinisti che, imbragati, muniti di corde, ramponi, rinvii, dadi, friends, e affaticati dalla lunga salita con i volti bruciati dal riverbero del sole sulla neve, raggiungevano soddisfatti l’Aiguille du Midi ed arrivavano, entrando per un cancelletto, proprio nel medesimo punto dove eravamo noi…alcuni arrivavano, alcuni partivano, tutti in cordata…sempre…di tre, quattro…chissà forse l’indomani nei loro programmi era raggiungere la vetta del Monte Bianco, o, semplicemente scendere e tornare a valle…chissà quelle impronte nella candida neve fin dove sarebbero arrivate…Piccoli grandi uomini, che con passo lento e controllato, senza lasciare nulla al caso, si allontanavano…per raggiungere chissà quale vetta…per riuscire in chissà quale obiettivo…per il quale si erano dovuti preparare a fondo sia fisicamente che mentalmente…
Quanto ho sognato quel giorno lassù, chissà se un giorno riusciremo a portare a termine un’impresa simile all’ascesa al Monte Bianco…basterebbe il Monte Rosa, io sarei già soddisfatta…finché c’è vita…tutto si può basta volerlo e impegnarsi per farcela!
CURIOSITA’: il MONTE BIANCO (Mont Blanc) con i suoi 4808,73 metri di altezza, è la montagna più alta delle Alpi italiane, francesi e dell’Europa centrale. Condivide assieme al Monte Elbrus, nel Caucaso, un posto tra le cosiddette “Sette Sommità” del Pianeta. La sua natura geologica è prevalentemente granitica. La nascita dell’ALPINISMO coincide con la data della sua PRIMA ASCENSIONE: 8 agosto 1786 alle ore 18:23.
La prima ascensione al Monte Bianco fu realizzata da Jaques Balmat (cercatore di cristalli) e da Michel Gabriel Paccard (medico condotto) entrambi di Chamonix. Furono sollecitati all’impresa dallo scienziato Horace Benedict de Saussure, il quale era solito osservarne la vetta dalla sua casa di Ginevra. Fu proprio de Saussure a promettere nel 1760 un premio di 3 ghinee a chi lo avesse scalato. Passarono 26 anni prima che il suo sogno si avverasse. La storia è molto triste, la sera prima di raggiungere la vetta Balmat ebbe un brutto presagio, voleva tornare a casa dalla famiglia e dalla figlia di pochi giorni, ma Paccard lo convinse a portare a termine l’impresa. Il giorno seguente raggiunsero la cima, vi restarono 34 minuti, tempo utile per effettuare i rilevamenti necessari. Arrivato a casa Balmat scoprì che la bambina era morta. (Wikipedia)
Diversamente dagli altri articoli ho preferito concludere con una notizia di interesse storico, piuttosto che, con un ulteriore parere personale, in quanto ritengo che una descrizione, il più rispettosa possibile di questa montagna, debba essere strettamente collegata alle vicende e alle sofferenze degli uomini che l’hanno vissuta…
INFO: biglietto funivia Chamonix- Aiguille du Midi (A/R); ADULTI: 58,50 euro
BAMBINI (4-15 anni): 49,70 euro
Il prezzo è comprensivo della visita completa alla struttura Aiguille du Midi e dell’attrazione “Un passo nel vuoto”.