Malga Pramosio: mt 1521
Lago di Avostanis: mt 1936
Cima Avostanis: mt 2193
MESE : luglio 2016
DIFFICOLTA’: E ( fino al lago)/ EE (fino alla cima)
VALUTAZIONE: ***
PREPARAZIONE FISICA/TECNICA: **
TEMPO TOTALE: 5 1/2 h fino alla Cima e ritorno/ 3 h fino al lago e ritorno
DISLIVELLO: 500 mt fino al lago/ 700 mt fino alla Cima
Questa volta la nostra escursione era in compagnia di altri gitanti: i miei genitori! Davvero un bellissimo modo di trascorrere tutti assieme il weekend e condividere, così, piacevoli momenti in famiglia, visto che la freneticità della vita moderna, spesso, ci obbliga a sacrificare questi istanti così preziosi. Dopo aver pernottato all’Albergo Diffuso di Sutrio, struttura ben gestita che ci ha accolti nel migliore dei modi: presentandoci fuori dalla porta dell’appartamento, alla mattina presto, un appetitoso cestino della colazione, che comprendeva pane caldo e croccante, latte, biscotti e yogurt, bustine di the e cialde di caffè. Una vera leccornia per iniziare bene la giornata!
Di buonora ci siamo avviati con l’auto verso la Malga Pramosio: la strada sterrata, che si inerpica nel bosco di abete rosso e faggio, appare un po’ ripida, ma non presenta difficoltà o rischi per nessun tipo di vettura… eccetto corriere o scuolabus. Abbiamo parcheggiato nello spiazzo di fronte alla malga, che oltre a questa funzione e rivendita di prodotti caseari, ricopre anche quella di ottimo agriturismo (penso si possa anche pernottare!), e ci siamo riproposti al ritorno di fermarci a mangiare un boccone! Ciò che invogliava maggiormente erano i formaggi ed i prodotti caseari venduti in loco! Ma, prima di pensare al cibo, avevamo da affrontare una bella escursione, quindi, dopo aver riempito le borracce con la fresca acqua che zampillava dalla fontana a forma di abbeveratoio, siamo partiti alla volta dell’Avostanis!
Il sentiero, che parte da dietro la malga, dapprima sterrato, inizia pian piano a salire, trasformandosi presto in una carrareccia cementata a tratti. A volte, c’è la possibilità di prendere delle scorciatoie nel prato, per tagliare le numerose curve che caratterizzano questa salita. Dopo circa 800 mt dalla cava di marmo, parte una deviazione a sinistra, che conduce ad una CROCE in ferro a ricordo della portatrice carnica Maria Plozner, uccisa da un cecchino austriaco durante la Prima Guerra Mondiale.
Via via che si procede si aprono ai nostri occhi vasti prati adibiti a pascolo, ricchi di colori, grazie alle molteplici famiglie di fiori che li decorano. Si incontra una seconda malga, la Casera Malpasso (1619 mt), adibita a ricovero per gli animali, che trascorrono l’estate negli alpeggi.
Pian piano ci alziamo di quota, incontriamo ruscelli ed una GROTTA scavata nella roccia, dove è stata collocata la statua di una madonnina, che richiama ad una sosta di riflessione… quel giorno qualcuno le aveva portato un bel mazzolino di fiori freschi… oltre ad una preghiera… Questo momento di raccoglimento mi ha fatto pensare che, in fondo, stavamo calpestando prati, che un tempo avevano visto cadere giovani combattenti, prati che un tempo non erano verdi pascoli con mucche in alpeggio, bensì terre tinte dal sangue di coloro che ci credevano a difendere la loro Patria e le loro famiglie, combattenti valorosi che si sono sacrificati per la libertà, anche nostra… ma, solitamente, e, erroneamente non si pensa a questo passato… troppo lontano… Come tutti i percorsi che ripercorrono le tappe della Grande Guerra, anche l’Avostanis merita un pensiero da parte nostra, di escursionisti in cerca di pace e natura, rivolto a quegli agghiaccianti momenti, ad un passato lontano… ma al contempo, ancora tanto vicino…
L’ultima casera che incontriamo, prima di raggiungere il lago, è la Malga delle Manze (1820 mt), che prende questo nome, in quanto adibita a ricovero esclusivo di mucche e vitelli. Si salgono un paio di ripide rampe e giungiamo allo spettacolare anfiteatro, che racchiude il suggestivo LAGO, sovrastato dalla Malga Pramosio Alta (1940 mt), utilizzata come bivacco. A fare da scenografia di sfondo al lago vi è una splendida falesia, con vie spittate e non solo, fantastica occasione per gli amanti dell’arrampicata di trascorrere una giornata, esibendosi su vie di grado molto diversificato!
E, dopo aver sudato, sulla parete baciata dal sole, un bel tuffo nelle fredde acque del laghetto, è un toccasana!
Nelson ed io, l’anno scorso avevamo portato i costumi e ci eravamo immersi nel lago, la giornata era molto calda… questa volta, invece, abbiamo dovuto rinunciare al bagno, a causa di un venticello persistente e del cielo coperto da nuvole minacciose, che ci hanno inseguiti per tutta la giornata.
Dopo aver lasciato mamma a rilassarsi sul verde e morbido prato che circonda il lago, io con Nelson e papà ci siamo incamminati verso la Cima Avostanis, risalendo il sentiero che passa dietro alla Malga Pramosio Alta. Da questo momento la salita diventa più ripida e mette alla prova i muscoli delle gambe, soprattutto l’ultima mezz’ora prima di arrivare in vetta. Giunti in cima (2192 mt), dopo aver sostato vicino alla croce di vetta e dopo aver firmato il libro, abbiamo deciso di stappare la bottiglia di Prosecco che Nelson aveva portato nello zaino, per tutta la salita! Dopo una merenda veloce e qualche foto siamo scesi velocemente, in quanto la nebbia ci aveva avvolti e la temperatura si stava abbassando. Peccato, per il tempo impietoso di quel giorno, perché dalla Cima Avostanis si gode un panorama molto bello: il Pal Piccolo, il Passo Monte Croce Carnico, la Creta Timau, e, in lontananza il Coglians, che, con i suoi 2780 mt è la vetta più alta del Friuli Venezia Giulia.
La discesa dalla cima si può affrontare in 2 modi: o ripercorrendo lo stesso sentiero della salita fino al lago, oppure, dopo essere giunti alla base del tratto più ripido si prende un sentiero a destra, in direzione Creta Timau (che è la montagna di fronte a noi!), si affronta una ripida discesa un po’scomoda, si attraversa una specie di trincea, si risale e si arriva ad una sella. Anche da qui il panorama è mozzafiato. Dietro di noi, in basso, vediamo il lago e la falesia (e mamma che ci ha visti e ci saluta!), basta scendere lungo l’evidente sentiero che passa in mezzo al prato. Arrivati al lago, abbiamo ripreso lo stesso sentiero fatto in salita fino alla Malga Pramosio Bassa. Merita allungare di un po’ la discesa e visitare la piccola CHIESETTA vicino alla malga: fu eretta nel 1941, a ricordo dell’eccidio avvenuto in quell’anno, dove alcuni tedeschi delle SS travestiti da partigiani, massacrarono senza motivo, 22 persone, tra cui 5 bambini e 2 donne… e compirono atti di violenza disumana.
Per concludere, si tratta di una bellissima escursione, adatta a tutti, in mezzo agli alpeggi, con panorami stupendi, e il raggiungimento anche di una… piccola vetta! Insomma, un itinerario completo, atto a soddisfare tutte le richieste… anche quelle… gastronomiche! Ovviamente la sosta a cena alla Malga Pramosio ha avuto un ottimo riscontro, ma non avevamo alcun dubbio…
Potete scaricare a questo indirizzo: http://www.vivinfvg.it/ una bella descrizione storica di questo luogo.